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giovedì 26 marzo 2015

Animazione con After Effects/2

Il lavoro inerente alla carta d'identità animata è ormai terminato e la presentazione comincia con l'immagine di un campo da basket. Successivamente, c'è l'entrata in camera di un pallone, in cui appare il mio video e, quindi, la mia presentazione. Mentre io parlo, appaiono le informazioni in modo contemporaneo alle mie parole. Il video termina con il lancio del pallone verso la telecamera, da cui esce la mia citazione. I testi, terminata la presentazione, si chiudono verso il centro come se venissero schiacciati.

Ecco la mia carta d'identità animata:



venerdì 20 marzo 2015

Come si fa una buona fotografia?

Per scattare una buona fotografia bisogna seguire alcune semplici regole di composizione.
Comporre significa dare forma combinando insieme. Ciò implica mettere in evidenza, condensare o semplificare, aggiungere o togliere, riordinare, migliorare, selezionare e scartare idee, concetti, aspetti del soggetto e componenti dell’immagine in base ad una scelta precisa. Questo processo può essere riassunto in tre parole: esplorazione, isolamento, organizzazione.
Dovendo fare un ritratto a un nostro amico cerchiamo il punto di vista più adatto a rappresentarlo, scegliamo quale parte del suo corpo o del suo viso fotografare, decidiamo se collocarlo su uno sfondo oppure se isolarlo in un ambiente neutro, in sintesi organizziamo tutti questi elementi al fine di scattare la migliore fotografia del nostro soggetto.
Grazie a queste regole, è possibile cambiare una fotografia ritagliando la parte di immagine che più deve colpire l'occhio di chi la osserva. Dunque, ci siamo serviti di alcune fotografie fatte in passato per migliorarne il risultato.

Ecco come sono cambiate le mie foto:

PRIMA:




DOPO:





giovedì 12 marzo 2015

Gita a Torino

La partenza alle ore 7:00 del 10 marzo a Mantova ha segnato l'inizio della gita delle classi quarte degli indirizzi di "Grafica e Comunicazione" e di "Ambiente e Territorio", la cui meta era Torino.
La prima tappa è stata il Lingotto: è un comprensorio di edifici situato nel quartiere Nizza Millefonti, chiuso tra Via Nizza e un ramo del passante ferroviario, adiacente all'omonimo quartiere Lingotto. Fu uno dei principali stabilimenti di produzione della fabbrica automobilistica FIAT, mentre oggi è un grande centro polifunzionale. Qui è presente la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli; la collezione è costituita da 30 opere. L'inizio del percorso è dedicato ai vedutisti veneti del Settecento, tra cui spiccano sei opere del Canaletto. L'Ottocento è rappresentato da alcune sculture, tra cui le celebri "danzatrici" di Antonio Canova e da due tele di Edouard Manet e Pierre-Auguste Renoir. La parte più consistente della raccolta riguarda il primo Novecento.
Grande protagonista è Henri Matisse, con sette tele degli anni Venti e Quaranta del Novecento.
Pablo Picasso è presente con "L'Hétaire", ritratto femminile del 1901, e con una grande composizione cubista del 1915-16. Sono, inoltre, esposti alcuni capolavori dell'arte italiana: "Velocità astratta" (1913) di Giacomo Balla, "Lanciers italiens au galop" (1915) di Gino Severini e "Nu couché" (1917) di Amedeo Modigliani.
Successivamente, ci siamo recati allo Juventus Stadium per vedere la struttura dall'esterno e, poi, abbiamo visitato una chiesa del posto.
Nel tardo pomeriggio, invece, abbiamo visitato il Museo Nazionale del Cinema: la Mole Antonelliana. Essa fu concepita originariamente come sinagoga, ma venne acquistata nel 1878 dal Comune di Torino, mentre era ancora in costruzione, per farne un monumento dell'unità nazionale. L'opera fu conclusa nel 1889, non dall'Antonelli ma da suo figlio Costanzo. Era, con i suoi 167 metri e mezzo di altezza, l'edificio in muratura più alto d'Europa. Antonelli chiamava il suo progetto "un sogno verticale".
La giornata è terminata cenando in un ristorante e, dopo aver fatto un giro per il centro tutti insieme, ci siamo recati in hotel, pronti per il giorno seguente.
L'ultima tappa del viaggio è stata la visita al Museo Nazionale del Risorgimento: Palazzo Carignano. L'allestimento del Museo offre la possibilità di scegliere tra percorsi differenziati, a seconda del tempo a disposizione e dell'interesse ad approfondire i temi proposti. Ciascun percorso è dotato, per chi lo desideri, del supporto di autoguide e videoguide, realizzate seguendo criteri di rigore scientifico e grande attenzione alla comprensione e fruibilità dei contenuti storici. I livelli di comunicazione sono sempre presenti in tutte le sale.
Terminato ciò, entrambe le classi hanno avuto la possibilità di usufruire del tempo rimasto per girare in modo autonomo per Torino. In questo modo, abbiamo potuto osservare altre bellezze della città, riguardanti la vita quotidiana dei cittadini.

Ecco alcune foto scattate da Luca Santarelli:

Modellino della Mole

Museo del Cinema

Statua nella piazza di Torino

giovedì 5 marzo 2015

La regola dei terzi

La regola dei terzi è un accorgimento che è stato utilizzato per secoli dai pittori ed è tuttora molto diffuso nella composizione di una fotografia. Dividendo l'immagine in terzi e ponendo il soggetto in uno dei punti di intersezione delle linee immaginarie ottenute, si ritiene che l’immagine risulti più dinamica ma armonica al tempo stesso. La regola è talmente popolare che alcune macchine fotografiche sono dotate di mirini con una griglia di suddivisione in terzi per aiutare il fotografo.
Secondo la regola dei terzi all'immagine va “idealmente” sovrapposto un reticolo composto da due linee verticali e due linee orizzontali (linee di forza), equidistanti tra loro e i bordi dell'immagine. L'immagine viene quindi divisa in nove sezioni uguali: il riquadro centrale prende il nome di "zona aurea" ed è delimitato dai quattro punti di intersezione delle linee (punti di forza, punti focali o fuochi).
Una volta studiata questa tecnica, l'abbiamo applicata inserendo delle fotografie, da noi cercate tramite internet, su degli impaginati che ci ha fornito il nostro professore.

Ecco un esempio sul paesaggio e uno sul ritratto:



lunedì 23 febbraio 2015

Infografica

L'infografica è l'informazione proiettata in forma più grafica e visuale che testuale. Essa, oggi, è frequentemente utilizzata nei giornali, nelle riviste scientifiche, nei saggi, nei manuali d'istruzioni o di statistica, nei libri di testo scolastici. È inoltre molto utilizzata come strumento da parte di matematici, statistici ed informatici per semplificare i processi di sviluppo e comunicazione di informazioni astratte.
Ognuno di noi ha realizzato l'infografica di un argomento a piacimento, da poter sviluppare come meglio credeva e tramite le informazioni ricercate da esso in precedenza. Inizialmente, abbiamo realizzato una bozza, su cui abbiamo lavorato in seguito tramite il programma di Adobe Illustrator per realizzare il progetto grafico.
L'argomento che io ho deciso di trattare è il tipo di barba utilizzata dagli uomini in base alla forma del volto e mi sono informata anche sul significato che essa può avere, svelando il carattere dell'uomo che la porta.

La mia infografia:


giovedì 12 febbraio 2015

Animazioni con After Effects/1

In questi giorni, stiamo lavorando ad un nuovo progetto che consiste nella realizzazione di una carta d'identità animata tramite gli effetti di animazione e la tecnica di green screen. Lo scopo del progetto consiste nell'impaginazione della propria presentazione composta da una parte scritta contenente le informazioni di sé e un altro spazio dedicato al video che ognuno di noi ha progettato nel modo più consono ed adeguato al contesto.
Inizialmente, abbiamo lavorato su Photoshop per creare la pagina su cui vengono inseriti gli effetti in un secondo momento e tramite un altro programma, ovvero After Effects.
Il mio progetto è basato sul basket, essendo il mio hobby. La presentazione comincia con uno sfondo abbastanza cupo, in cui si vede il pavimento e lo sfondo nero. Il primo elemento che entra da inistra è il pallone, in cui appare il mio video in un secondo momento e mi presento; da qui partono le informazioni e, infine, la citazione preferita.

Ecco lo screen:


giovedì 29 gennaio 2015

L'Ultima Cena

Con la professoressa di storia dell'arte, abbiamo rappresentato l'affresco dell'ultima cena, dipinto da Leonardo Da Vinci tra il 1496 e il 1498 su incarico di Ludovico il Moro. Il quadro, in prolungamento prospettico dell'ambiente reale (1495-1497), costituisce un'iconografia fra le più celebri e le più profondamente penetrate nell'immaginario collettivo occidentale; la scena è quella del momento in cui Gesù dichiara agli apostoli di sapere che uno di loro è pronto a tradirlo.
Inizialmente, abbiamo assegnato ad ognuno di noi un incarico: sono stati scelti i dodici apostoli e Gesù tra i ragazzi della classe, i quali hanno provveduto da soli a procurarsi gli abiti adatti al proprio personaggio. I restanti hanno contribuito all'aiuto esterno del quadro: io e Martina Landi ci siamo occupate della scenografia, ovvero dell'allestimento della tavola, portando tutto il materiale necessario (pane, bicchieri, piatti, tovaglia ecc). Gli altri compiti sono stati: addetti alle luci, alle foto, ai video e la documentazione della rappresentazione.

Ecco la foto: